Sociologo ante litteram, educatore, operatore culturale, oltre che esperto filologo e appassionato ricercatore. Questo il profilo leopardiano che emerge dallo studio della Crestomazia italiana della prosa", pubblicata nel 1827 per l'editore Stella di Milano. Si tratta di un'opera che rompe gli schemi letterari consolidati dalla tradizione: così facendo Leopardi mette in discussione il canone critico della letteratura italiana del suo tempo, con l'obiettivo di renderla intellettualmente accattivante e moderna. Ne risulta un'opera affatto personale, che obbedisce a istanze sociologiche, pedagogiche e comunicative ben precise, rivelandosi la sede più adatta per sviluppare un percorso di ricerca incentrato sullo studio della modernità ispirato alla lezione degli antichi. Al di là delle reazioni accese e polemiche dei contemporanei, emerge la cifra innovativa dell'antologia nel panorama editoriale italiano dell'epoca, dove anche la semplice trasmissione di nozioni e pensieri partecipa del meccanismo generale del lavoro. Il presente volume mira non solo a scandire le vicende redazionali dell'opera, ma anche a scandagliare il fitto sostrato bibliografico alla base dell'attività di ricerca leopardiana, con la prospettiva di ricostruire il contesto socio-culturale in cui prende forma il progetto dell'antologia, destinata a un mercato editoriale in rapida evoluzione.