Lussuria, gola, avarizia, accidia, ira, invidia e superbia. Ammettiamolo: tutti siamo caduti, e spesso, in tentazione. Ma se fino a ieri pensavamo che i sette peccati capitali rappresentassero la strada più breve per l'inferno, da oggi possiamo vantarci delle nostre colpe. La psicologia sperimentale ha svelato che in realtà, se assecondate con saggezza, sono funzionali e ci rendono persone migliori. Per esempio, chi dorme a lungo piglia più pesci: il sonno stimola la memoria e affina l'intuito. Chi ha appena ceduto alla golosità di una fetta di torta si scopre più generoso e disponibile ; solo un superbo sa come vendersi e valorizzarsi. L'invidia ci spinge a porci obiettivi alti e rafforza l'autostima, mentre l'avarizia ci sprona a impegnarci, a diventare autosufficienti e soddisfatti di noi stessi. La lussuria, regina dei vizi, si rivela anche regina delle virtù, perché chi vuole conquistare il partner è pronto a mettersi in mostra e a spremere al massimo la propria creatività e il proprio ingegno. Attraverso le più recenti ricerche psicologiche e numerosi esperimenti sul campo, Simon Laham, giovane e brillante studioso australiano, dimostra senz'ombra di dubbio (o di scrupolo) che l'immoralità è molto più produttiva, vantaggiosa ed eticamente irreprensibile del comportamento corretto. Astenersi dal vizio è l'unico vero peccato. Virtuosi di tutto il mondo, siete avvisati.