Per quasi un secolo, il diario di cuoio rosso è rimasto sepolto in un baule dimenticato in una cantina di New York. Un lungo sonno interrotto nel 2003, quando lo sgombero del palazzo nell'Upper West Side riporta alla luce questo tesoro nascosto. Il caso lo ha portato nelle mani di Lily Koppel, giornalista del New York Times, che dietro la serratura ossidata scopre pagine annotate fittamente e un nome: Florence Wolfson. Rapita dalla voce di questa giovane sconosciuta, Lily si immerge nella Grande Mela degli anni Trenta in cui le ragazze della buona società incontrano le amiche da Schrafft's, cavalcano in Central Park, trascorrono la notte a El Morocco, danzano nei saloni dell'Hotel Pennsylvania. Chi era quella adorabile ingènue che amava Baudelaire e Jane Austen, che aveva un'avida curiosità sessuale, che viaggiava tra Roma, Parigi e Londra? Lily inizia una ricerca che la spinge fino in Florida, dove rintraccia una Florence ormai novantenne che certo non sperava di recuperare un così prezioso frammento della perduta giovinezza. Dal loro incontro nasce questo insolito memoir, che è confessione intima, ritratto di un mondo scomparso, romanzo fotografico.