Un uomo potente, candidato delle sinistre alle elezioni presidenziali in Francia, Dominique Strauss-Kahn, viene accusato da una cameriera d'albergo di averla molestata e violentata. L'uomo è arrestato, la sua immagine politica distrutta. Dopo la ricostruzione dei fatti, la versione della donna non tiene, sono più le menzogne che le cose provate. L'uomo viene rimesso in libertà. È colpevole? È innocente? La giustizia non riesce a provare né l'una né l'altra ipotesi. Ma il movimento femminista usa l'affaire DSK per rigenerare la propria ideologia e il proprio ruolo nel dibattito politico. Il verdetto di Marcela lacub sulle trappole ideologiche di queste "scuole del risentimento" è netto: "Ciò che il femminismo radicale cerca è che il disgusto, la colpa, il disprezzo del sesso, lungi dallo sparire, ricadano sulle spalle degli uomini, come un tempo su quelle delle donne. L'importante è che ci siano figure che incarnino l'orrore del sesso e ne paghino le conseguenze. La teoria del dominio sessista è, come lo sono state in passato le buone maniere e la morale bigotta, la giustificazione 'razionale' della sopravvivenza di questo orrore".