Alta, la madre, Dzaja, Nara, Ojuna, le figlie, e Dolgorma, la nipote. Cinque donne, cinque destini, cinque voci narranti che ci accompagnano nella loro storia famigliare, dalla steppa sconfinata e sterile della Mongolia alle luci ingannevoli e seducenti della città, dalle tradizionali tende ai prefabbricati della capitale. Dzaja è nata dalla passione di Alta per un cinese della Mongolia interna, Nara dalla violenza subita da un commerciante russò. Figlie illegittime, e quindi di razza mista e impura, vivono nell'emarginazione sopportando derisioni e ingiustizie. Fino a quando un drammatico incidente le porterà a lasciare le Montagne Rosse per trasferirsi a Ulan Bator, sotto la protezione della zia, scoprendo troppo tardi che la donna ha da offrire loro solo un lavoro nel bordello che dirige. Nara si troverà a suo agio nella nuova condizione, mentre Dzaja vivrà nella speranza di riscattarsi, anche per proteggere sua figlia Dolgorma, avuta da uno dei clienti. Ojuna, l'unica figlia di stirpe pura, rimarrà con i genitori, perpetuando, tra orgoglio e frustrazione, i valori e i modelli che fin da piccola le sono stati inculcati. Una saga sullo sradicamento di chi è costretto a piegarsi sotto il peso della realtà, tradendo le proprie radici e le proprie tradizioni, sebbene siano l'unico appiglio per non perdere la propria identità. Una storia di amore e passione, di segreti e tradimenti, di tragedie e speranza, in cui la sconfitta non cancella la forza di andare avanti, nonostante tutto.