Il processo della causa di beatificazione di Pio XII ha riacceso il dibattito sul ruolo che papa Eugenio Pacelli giocò nella Seconda guerra mondiale. Avrebbe potuto fermare gli orrori del nazismo, se avesse apertamente condannato la guerra e la Shoah? Dopo aver raccolto tutti i dati della ricerca, dopo aver esaminato diversi documenti negli Archivi vaticani, dopo essersi confrontato con massimo esperto di Pio XII, padre Peter Gumpel, il giornalista e storico Michael Hesemann sradica tutte le accuse contro i "silenzi" del Papa. Hesemann dimostra che Eugenio Pacelli fin da quando era nunzio a Berlino nel 1924 aveva condannato la "volgare e brutale campagna" dei nazisti contro ebrei e cattolici. Più avanti, come cardinale segretario di Stato, si trovò costretto nel 1933 a firmare il Concordato con il Terzo Reich per tutelare la Chiesa in Germania. Ma fu lui a redigere la bozza finale dell'enciclica Mit brennender Sorge (Con grande preoccupazione) con cui Pio XI nel 1937 condannava l'ideologia hitleriana: parole che portarono a ritorsioni contro i cattolici. Una volta eletto Papa, Pio XII poté continuare ad agire solo nel segreto. È commovente ripercorrere il suo impegno personale per salvare un maggior numero possibile di ebrei e perseguitati, levando alta e chiara la voce ogni volta che fosse possibile.