Hans Frambach vive a Berlino e lavora come archivista presso l'Istituto per la gestione del passato. Il suo compito è di raccogliere tutte le testimonianze scritte delle vittime dell'Olocausto e di inserirle in un "meta-archivio" in modo da poter essere consultate a livello mondiale. Il suo lavoro ha condizionato la sua stessa esistenza vissuta in estrema solitudine, incapace di essere felice. L'unica sua amica è Graziela Schönbluhm, donna non bella ma alla quale Hans è molto legato, proprio per la condivisione di infinite e convinte conversazioni ideologiche e filosofiche sul senso di colpa e sulla vergogna per un passato del genere. Questo fino a quando Graziela non scopre un inatteso risveglio dei sensi nella relazione con un uomo sposato, Joachim, che diventa il nuovo e poi unico argomento di conversazione con l'amico Hans. La scoperta della carne è sufficiente a staccare Graziela dalla pesantezza della gestione della memoria e a proiettarla nella concretezza di un esaltato hic et nunc. Ma dopo due anni Joachim la lascia e Hans, che aveva sofferto l'allontanamento di Graziela quasi come un tradimento, ritrova la propria amica e la solita vita mai cambiata.