Giugno, a Modena. Una sera afosa, densa di sudore, di voci, di finestre spalancate sul buio. In una canonica otto persone si sono riunite sotto la direzione di un prete autorevole e ambiguo. Sono un agente immobiliare e sua moglie, un notaio e la sua signora, un'infermiera, un preside di scuola, uno scrittore e il suo segretario. Discutono della sagra parrocchiale, da organizzare per settembre. Alla fine, mentre tutti se ne vanno, lo scrittore chiede di restare. Nel silenzio della notte, parla da solo col prete; si confessa, forse. E quella notte stessa viene ucciso. Il commissario Cataldo, incaricato delle indagini, si accorge quasi subito di essere capitato in un ginepraio. Perché tutti, in quel consiglio parrocchiale, hanno qualcosa da nascondere. E così, inseguendo un movente che sembra indecifrabile, scavando nella vita del morto, ascoltando voci, coltivando la difficile arte della pazienza, Cataldo si imbatte in una vecchia, terribile storia di quindici anni prima. Ma più il commissario si avvicina alla verità, più tremendo si rinnova l'orrore. Perché nell'ombra della sua insospettabilità, l'assassino ha deciso di colpire ancora.