Al palazzo di giustizia di Modena, una mattina di febbraio, un misterioso assassino fredda a colpi di pistola il giudice Cassese e l'usciere Pisaniello. Le indagini, difficili per l'assenza di testimoni, sono affidate al commissario Cataldo, che le indirizza subito al magistrato, alla sua vita, ai suoi nemici. Grazie alla collaborazione di un collega della prima vittima, Cataldo mette a punto una lista di persone altamente sospettabili, vuoi per antichi rancori, vuoi perché sotto inchiesta: il figlio di un cancelliere suicida, un industriale inquinatore, un deputato corrotto. Ed è proprio a quest'ultimo che vorrebbe guidarlo l'amico Schettini, giornalista di sincera passione civile, desideroso di trasformare un'indagine per omicidio nella condanna politica di un intero sistema. All'improvviso, tuttavia, ecco arrivare un altro morto a confondere le acque e a complicare il rebus. Finché una mappa catastale e un referto medico condurranno Cataldo a correggere il suo iniziale errore di prospettiva e a risolvere il caso, confermando l'efferata "banalità del male" e la consapevolezza che la verità non sempre è rivoluzionaria.