Giacomo Manzù lavora alla Porta della Morte per la Basilica di San Pietro dal 1947 al 1964. Per lo scultore rappresenta l'occasione per mostrare al mondo la sua idea di pietà laica, per dare una forma coerente all'apparente caos che metteva insieme il suo essere comunista con il suo cristianesimo di umili origini. Fu una lavorazione lunga e sofferta, come anche la strada percorsa per ottenere l'incarico di realizzarla.?Pochi sanno però che quella porta bronzea, uno dei capolavori del maestro, probabilmente non si sarebbe mai fatta senza l'intercessione di don Giuseppe De Luca, un piatto di pasta e fagioli, e la complicità di pochi croccantissimi peperoni cruschi. L'aneddoto tutto lucano, ricordato da Leonardo Sinisgalli ne La foglia 'mmesca - e da Giuseppe Appella che ha ispirato gli autori - è alla base della doppia opera presentata in questo volume, omaggio alle interconnessioni culturali. Il volume è composto da due opere a fumetti a cui gli autori affidano una prova d'artista con i rispettivi e apprezzati stili. Nella prima parte Giordano narra del famoso incontro con un una narrazione classica ma con simpaticissimi "innesti" umoristici. La seconda parte ci proietta in una sorta di saggio illustrato in cui l'arte e la vita dello scultore Manzù si intrecciano con i pennelli del "maestro" Palumbo per fornirci delle pagine di assoluta originalità.