La bambina che non doveva piangere si chiamava Ada Tibaldi, era zia di Giuseppe Culicchia e madre di Walter Alasia, il giovane terrorista ucciso nel 1976 in uno scontro a fuoco con la polizia. Una vita breve quella di Ada, morta troppo giovane di crepacuore qualche anno dopo la morte del figlio. Culicchia, con questo nuovo romanzo, vuole rendere omaggio alla zia che tanto adorava, ricostruendo la sua vita attraverso i ricordi e ciò che gli è stato raccontato, a partire da quel giorno del 1933 in cui Ada nasce nell’ospedale di Nole Canavese con il labbro leporino. I medici che la operano spiegano ai genitori che la bambina non deve piangere affinché la ferita guarisca bene. E così Ada cresce forte fin da piccola e supera insieme alle sorelle anche gli anni difficili della guerra. Seguono i primi amori, le delusioni del matrimonio, il duro lavoro in fabbrica e le prime lotte sindacali. Si iscrive al Partito Comunista, anima le manifestazioni in piazza, gli scioperi e combatte continuamente per l’emancipazione femminile. Al suo fianco c’è sempre il figlio Walter con cui condivide tutto, dall’amore per la musica agli ideali sociali. Tutto cambia quando Walter muore improvvisamente sotto i suoi occhi, vittima di uno scontro con le Forze dell’Ordine. Ada perde la voglia di vivere e poco a poco si lascia andare, morendo di dolore pochi anni dopo. Giuseppe Culicchia dedica a lei questo libro e con le sue parole cariche di affetto la trasforma in un personaggio indimenticabile.