Gli anni Settanta si presentano anche in Friuli come una stagione ricca di fermenti, aspettative, tensioni e contraddizioni. La distanza temporale rischia di oscurare la complessità di quel periodo, pone di fronte a involontarie lacune, a inconsapevoli rimozioni e certo non consente autoconsolatorie valutazioni a chi voglia ripercorrere la trama di quei giorni. Lo sguardo pensoso e disincantato di Maura, voce narrante di questo romanzo, attraversa l'esperienza propria e di quattro amiche, che vivono in prima persona nuove modalità di relazione che si vanno sperimentando tra donne e uomini, donne e donne, mentre la dirompente "rivoluzione" dei costumi apre a un Friuli inedito. Sono tempi in cui si discute di aborto e di sessualità, ci si confronta sulla cultura e sull'educazione, si dibatte sui criteri di ricostruzione di un territorio distrutto dal terremoto, ci si interroga sulla presenza in regione della lotta armata clandestina. La realtà pubblica si intreccia alla vita quotidiana delle persone con tutto il carico di entusiasmo, delusioni, sofferenza ma anche gioia che questo comporta, nel segno della ricerca di autenticità per le cinque protagoniste del libro, capaci di assumersi con coraggio la responsabilità di difficili scelte.