La fragilità è nella nostra stessa natura e più o meno consapevolmente la occultiamo, la combattiamo, la limitiamo, o meglio: ci sforziamo ardentemente di farlo. Crediamo di poter raggiungere la sicurezza proteggendoci con obiettivi quali la famiglia, il lavoro, l'indipendenza, la religione, la cultura e altro, ma soprattutto nella ricchezza, abbondante e duratura. Cerchiamo la rassicurazione nel prossimo, specie se potente, e nelle istituzioni, nel loro consenso e nel loro aiuto, ingenuamente convinti di trovare soluzioni definitive. La stessa cultura in cui siamo immersi ci suggerisce questi traguardi. Accumuliamo difese che scopriamo essere momentanee ed illusorie, ma molto spesso rimuoviamo il problema per non riconoscere la nostra debolezza e ci prodighiamo nello sforzo di occultarla agli altri, ricorrendo talvolta anche all'aggressività. Tuttavia non mancano indicazioni per navigare sapientemente anche nell'incertezza e partono tutte dal prenderne consapevolezza. In questo quadro si muovono con leggerezza i personaggi di questa vicenda.