Si tratta in assoluto della prima pubblicazione monografica su "Scorciatoie", brevi aforismi che Umberto Saba ha composto nel 1945 a Roma. L'opera è unanimemente riconosciuta come la più felice e singolare tra le prose sabiane. Il libro, fa centro sull'analisi testuale dei brani, interpretati secondo i modi del pensiero ebraico a cui Saba, volontariamente o meno, era legato per vincoli familiari. In particolare risaltano due elementi: l'uso e la ripetizione di parole, la scelta di ritmo e scansione delle frasi in forte sintonia con la prosodia e la cantillazione ebraiche. Il secondo elemento è l'umorismo, spesso e volentieri umorismo al nero, che l'autrice dimostra legato alle analisi del comportamento di Sigmund Freud e alle battute dell'umorismo yiddish, nonché alle espressioni spesso appositamente divaganti dell'insegnamento rabbinico. Dato che "Scorciatoie" è la prima opera scritta e pubblicata da Saba dopo la liberazione, la tragedia del popolo ebraico, di cui non si conoscevano ancora le proporzioni, fa da cemento etico (ecco la citazione della Shoah in sottotitolo), e dà ragione a considerarlo come un libro anche storico: dalla guerra alla speranza di rinnovamento.