Si può distinguere una donna criminale da una donna onesta dal solo aspetto fisico? Per Cesare Lombroso, tale distinzione fu non solo possibile, ma scientificamente fondata: esistono "caratteri degenerativi", ovvero anomalie fisiche, che permettono di sostenere l'esistenza di vere e proprie "criminali-nate" e di distinguerle dalla donna "normale", ovvero da colei che non delinque. Così, da Agrippina, adultera, incestuosa e mandatario di omicidi, a Messalina, esempio di delinquente e prostituta nata, a Charlotte Corday, celebre assassina di Marat, e ancora brigantesse, alcooliste, avvelenatrici e infanticide, nessuna sfugge all'esame di Lombroso che ne individua degenerazioni fisiche e morali, grazie a metodi d'indagine che oggi fanno sorridere e rabbrividire, come la misurazione di crani, denti, occhi, zigomi e di altre parti del corpo. A differenza de L'uomo delinquente, presto condannato per la sua inconsistenza scientifica, La donna delinquente ebbe grande impatto sugli studi criminologia successivi e la sua dominanza portò a enfatizzare a lungo la natura biologica del crimine femminile, probabilmente perché forniva una giustificazione dell'inferiorità della donna. A distanza di ottantaquattro anni dall'ultima apparizione, La donna delinquente viene qui riproposta nella sua prima edizione del 1893, in versione integrale e completa di tavole e apparato iconografico.