Umberto Saba, di cui nel 2007 è ricorso il cinquantesimo anniversario della morte, è uno dei grandi scrittori del XX secolo. Dicendo ciò, nel primo dei due saggi che compongono questo volume, Paolo Febbraro non sminuisce la lama del poeta, ma ne rilegge anche l'opera in prosa, opera che - fra narrativa, critica letteraria e autobiografia - può apparire come un controcanto, o un geniale commento. Narcisista e sentimentale, ma nutrito di maestri inquietanti come Nietzsche e Freud, Saba accusò i propri coetanei di non averlo mai compreso. Del rapporto che unì Saba a uno di quei difficili "fratelli", Aldo Palazzeschi, l'autore ricostruisce la storia, a partire da alcune sorprendenti pagine di epistolario.