"Senza tacchi a spillo" parla di viaggi, di donne e d'amicizia, attraverso appunti, pensieri, commenti, foto, conversazioni, aneddoti, scene comiche e imbarazzanti, discorsi seri, raccolti nel corso di brevi assenze dalle vite di ogni giorno, faticosamente ritagliate e gelosamente coltivate. Particolarità? Il tocco lieve e ironico della narrazione. E poi è tutto vero: nulla, neppure un commento, un episodio, un'emozione, una conversazione, nulla è inventato. Questi scritti sono il risultato di un lavoro collettivo di ricostruzione. Lavoro appassionante, forse il viaggio più importante di tutti, quello di scrivere del tempo che ci siamo dedicate strappandolo al quotidiano. Questi scritti rievocano i nostri viaggi, ma non per proporre una guida dei luoghi che abbiamo visitato. Le città emergono lentamente dai racconti che ne facciamo, dipinte dalle atmosfere che vi abbiamo respirato, dagli insegnamenti che ne abbiamo tratto, da ciò che i nostri sensi ci hanno di volta in volta trasmesso mentre le percorrevamo cercando di coglierne gli aspetti inconsueti, alla ricerca della fantasia, dell'immaginazione, dello stupore.