"Il telaio" è il terzo e ultimo volume della trilogia di Dib dedicata all'Algeria prerivoluzionaria. Omar ora ha tredici anni ed è giunto per lui il momento di aiutare la famiglia nella dura lotta per la sopravvivenza lavorando. La madre lo accompagna perciò da un tessitore della città di Tlemcen presso il quale svolgerà un apprendistato professionale e umano. I tessitori, che lavorano quattordici ore al giorno in cantine buie, umide e malsane, discutono all'infinito, sognano e imprecano, cercando di capire la causa di tanta fatica e di tanto dolore. Sono uomini vinti, stanchi, fiaccati da fatica e fame, che finiscono per sfogare la propria frustrazione sul giovane Omar, che diventa il loro zimbello. Dai discorsi e dalle chiacchiere dei personaggi emergono le fisionomie dei diversi caratteri, mentre per Omar si fa strada una lenta presa di coscienza della propria condizione, foriera di una nuova possibilità di riscatto per il popolo algerino. Fuori della cantina intanto poveracci e mendicanti riempiono le strade.