Per evitare il ritorno di certezze oppressive, la modernità tardiva genera un individuo vuoto e malleabile. Il paradosso vuole così che l'individuo contemporaneo finisca per somigliare a quello che obbediva ai totalitarismi per mancanza di coscienza. Cosa ha lasciato la crisi delle ideologie? Cosa ha imparato l'uomo dall'esperienza della spersonalizzazione avvenuta nel XX secolo? Come recuperare davvero la dignità dell'essere umano, calpestata ieri e sbandierata oggi? Questi gli interrogativi a cui l'autrice cerca di rispondere. «Questo libro è stato scritto al volgere del secolo, tra la caduta del muro di Berlino e il massacro dell'11 settembre. Esso cerca di descrivere i primi passi di un'epoca nuova. Non ho voluto chiamare quest'epoca "post-modernità", in quanto trattasi di un'espressione troppo sfruttata dalle filosofie della decostruzione. Ho proposto di chiamarla "modernità tardiva", in ricordo dell'"antichità tardiva", intesa come la vecchiaia di un mondo.» (Chantal Delsol, dalla Prefazione all'edizione italiana). Chantal Delsol (Parigi 1947) è uno dei filosofi più attivi nel panorama culturale francese. Editorialista del «Figaro», docente di filosofia a Parigi, è membro della Académie des Sciences morales et politiques.