Il volume si inserisce nell'ambito di una lunga tradizione storiografica tesa a inquadrare il problema del Mezzogiorno nell'età della Restaurazione nel contesto, ampio e complesso, dei mutamenti di ordine politico internazionale, economico e culturale che intervengono nell'insieme del quadro europeo. L'incrocio di fonti archivistiche inedite, costituite da relazioni e corrispondenze dei diplomatici inglesi presenti a Napoli tra il 1816 e il 1840, con le testimonianze di viaggiatori e scrittori anglosassoni che percorrono le strade del Regno in quello stesso arco di tempo, conduce alla scoperta di un Sud che prolunga e modifica i percorsi di immaginario già tracciati dal Grand Tour settecentesco. In un duplice gioco di rispecchiamenti e sovrapposizioni, da un lato le voci dei viaggiatori si coagulano in forme stereotipe che fanno da presupposto nel giudizio e nei comportamenti della diplomazia di Londra, dall'altro la visione del Mezzogiorno si fissa non tanto per ciò che essa effettivamente è, ma per ciò che risulta funzionale sia agli orizzonti di immaginario della società anglosassone sia alle strategie internazionali della politica inglese.