Con la violenza, l'inganno e la colpevole collaborazione di uomini delle istituzioni, le "quattro mafie" (Cosa nostra, Camorra, 'Ndrangheta e Sacra Corona Unita) sono cresciute fino a diventare una realtà capace di stringere in una morsa d'acciaio l'Italia meridionale, di conquistare ampie zone del Centro-nord e di estendere la sua influenza all'amministrazione di un numero imprecisato di Comuni, Aziende sanitarie, piccole e grandi imprese. Nonostante le periodiche dichiarazioni di guerra rilasciate dai governi di ogni colore, la criminalità organizzata non è più un fenomeno rinchiuso nello spazio di un determinato confine geografico ma un problema di portata nazionale, in grado di avvelenare vasti settori della società civile, della politica e dell'economia. Non si tratta più di fronteggiare un insieme di bande sanguinarie ma di fare i conti con una vera e propria holding della violenza che, con i suoi (almeno) novanta miliardi di fatturato, ha un giro d'affari pari al 7% dell'intero prodotto interno lordo e un potere di corruzione tale da arrivare a comprare la complicità di uomini dello Stato e di figure soltanto apparentemente al di sopra di ogni sospetto.