"Un anziano e un bambino, nonno e nipote. Il bambino fa domande, la prima è se il nonno sa dov'è Dio. Lo si può cercare insieme, pensa e dice il nonno. Ma mica facile (ovviamente). E tenendo presente l'obiettivo parla d'altro, di pianeti (il suo debole cosmico), di calcio, di un quasi-elfo, s'infila un po' nella Storia, non si sottrae all'attualità. Quando nonno e nipote giocano a palla, il nonno perde convinto però che, se ci si mettesse... E si fa domande, intanto, alcune con risposte così così, altre dove il responso è fragile: l'aldilà, per dire. Alla sua età è un dovere pensarci, dopotutto. Ma dove sarà (sarebbe) mai? La fisica non gliene dà conto. O invece sì? Lo stare con il bambino, lo starci anche il poco che ci può stare (questi bambini di oggi a cinque anni hanno già l'agenda piena), lo tira su perché lo fa sentire bambino a sua volta. Sapiente? Non gli pare tanto, per fortuna. E fuori, però... "Che millennio c'è là fuori?" è una domanda che è stata fatta, da qualche parte (Pasternak, si direbbe). Be', ma è il terzo Millennio, là fuori. Le deferenze al suo ingresso, le esultanze, e che mare di promesse, che cori di speranze, a quale altezza la torre delle attese. Poco dopo, tutto tradito o, nel migliore dei casi, perso di vista, smarrito. E però l'occhio di chi non è più giovane è affaticato dal tempo, si sa. Vede bene indietro e male avanti, non mette a fuoco. Il cuore, allora, che trepida e per un bambino, per un nipote, si strugge.