Le vite avventurose delle principali pioniere dell'aeronautica civile, dall'inizio del secolo scorso agli anni Trenta. Prevedo un tempo, non così lontano, in cui viaggiando su una macchina volante si potrà raggiungere ogni luogo al mondo con minor fatica ed il sommo piacere di vedere le cose dall'alto, che è il punto di vista più vicino a quello di colui che le ha create. Una nuova era. Oggi è l'inizio di una nuova era. Parola di Harriet Quimby, articolista del "Leslie's Weekly", al cospetto della più sensazionale invenzione dell'era moderna: l'aeroplano. Non è certamente noto, ma l'aeronautica non è stata un'esclusiva del mondo maschile, annoverando numerose coraggiosissime donne, vere pioniere del volo. Harriet Quimby, Matilde Moisant, Hélène Dutrieu, tutte presero il brevetto di volo ancor prima dell'inizio della Prima Guerra Mondiale. E poi vi furono Bessie Coleman, la prima pilota afroamericana, e Adrienne Bolland, la prima trasvolatrice delle Ande, e tante altre. Donne con le ali, donne con una grande passione, una grande voglia di conquistare libertà, amore e rispetto. Donne capaci di volare, ai comandi di un aeroplano, ma anche maneggiando una macchina fotografica, come Berenice Abbott o Gerda Taro. Donne capaci di far volare, con la loro voce ed il loro canto, come Billie Holiday. Tutto ciò è narrato in questo romanzo, che offre una lettura delle controverse vicende all'origine della "commemorazione dell'8 marzo".