Strappalo al suo mondo di origine e catapultato in un orizzonte sconosciuto e tremendo, la vita del piccolo David conosce presto l'assurda logica del male. Colpevole di essere ebreo nella Polonia dei primi anni Quaranta, sottratto ai genitori e in fuga dal suo villaggio, David si inoltra in una discesa agli inferi che lo porta fino a Varsavia. Nel suo viaggio incontra vittime e aguzzini e intreccia la sua storia con quella di altri perseguitati, imparando ogni giorno un nuovo lemma di un vocabolario di crudeltà e di terrore. Giunto a destinazione, gli occhi di David catturano la fame, il freddo, la malattia, la solitudine e il perpetuo stato di pericolo in cui, prigionieri nel più grande ghetto d'Europa, vissero migliaia di persone. La violenza, l'opportunismo, la solidarietà, la paura: in un paesaggio umano segnato da sentimenti primari David fa la spola tra un nascondiglio e l'altro, trova di che sopravvivere intrufolandosi nei meandri del mercato nero, si appiglia alle tenui tracce di speranza in una nuova vita, mentre il Reich sta per dare avvio alla "soluzione finale". Liberamente ispirato alla figura di Dawid Rubinowicz, autore di un Diario pubblicato in tutto il mondo, "Il libro di David" dà forma narrativa a un personaggio realmente esistito. "Se continuerà ancora così, allora soltanto per il terrore la gente comincerà a cadere come le mosche", aveva lucidamente profetizzato il piccolo Dawid.