Il giovane turco è anzitutto qualcuno che per ragioni anagrafiche, pratiche o semplicemente per caso, nel sistema politico emerso vent'anni fa dalle macerie di Tangentopoli e dominato da Silvio Berlusconi ci è nato, ci è cresciuto, ci ha mosso i suoi primi passi e anche quelli successivi. E adesso, vent'anni dopo, proprio come Forrest Gump al termine della sua lunga corsa attraverso il Paese, si guarda intorno e si dice: "Sono un po' stanchino". Comincia da qui, dopo una minuziosa analisi delle regole scritte e non scritte della politica italiana, il "Manuale del giovane turco". Chi voglia dare l'assalto ai vertici del potere democratico deve sapere però che l'apprendistato richiederà un duro allenamento, ma soprattutto il coraggio di andare controcorrente. Scorciatoie, d'altra parte, non ce ne sono. Anche perché, come recita la quinta legge fondamentale della politica italiana, "l'unico modo per cambiare le regole del gioco è violarle".