Quali sono le vecchie e nuove ragioni di esistenza di una cooperativa di consumatori in una stagione segnata da una crisi profonda economica e sociale? Come la sua esistenza e il suo sviluppo possono contribuire a dare una risposta positiva alla crisi, visto la fiducia che gode tra i cittadini e il suo radicamento territoriale e sociale? Può la cooperazione, e quella di consumo in particolare, evolversi e svilupparsi nel tempo, accrescendo peso e dimensioni, affrontare con rinnovata creatività le nuove sfide del mondo globalizzato facendo forza sulla sua identità di impresa di proprietà collettiva a scopo mutualistico e con una direzione manageriale elettiva? Attorno a questi temi si snodano le riflessioni di Sergio Costalli, vicepresidente di una delle nove grandi cooperative di consumatori, Unicoop Tirreno. Non basta richiamarsi retoricamente alla "diversità" se valori e principi non divengono la bussola per l'agire imprenditoriale. Un agire sottolinea Costalli - che deve misurarsi con una realtà fortemente mutata e che sollecita a guardare oltre gli orizzonti tradizionali. Ecco allora il possibile delinearsi di una sorta dì "città cooperativa", il protagonismo dei soci e dei consumatori visti come cittadini, l'importanza di una cooperativa "comunicante", il ruolo fondamentale della cultura e della memoria storica senza di cui non si diventa protagonisti. Con una prefazione di Stefano Zamagni.