Nonostante la fama di grandi navigatori, nella seconda metà dell'Ottocento per la maggior parte dei portoghesi il viaggio più lungo era quello che andava, tutte le domeniche, dalla propria casa alla chiesa. Ma il destino del giovane Moisés Duarte lo chiamava lontano. Nato nella provincia povera e rurale, Moisés incontra per la prima volta il mare nei racconti dello zio venuto dalla città. Da allora il ragazzo non smette di immaginare quell'immensa distesa d'azzurro, il canto delle sirene. È l'effetto del sortilegio con cui la madre lo ha fatto nascere. Il ragazzo parte. Dalla campagna alla città, verso l'oceano. Tra le miserie, le meschinità e le malelingue di quel piccolo mondo, Moisés continua ostinatamente a desiderare l'incontro con il mare. Attraverso una scrittura materica e al contempo lirica, Hélia Correia racconta una storia di superstizione e povertà che via via si fa magica. In una trama dai tratti impressionistici la scrittrice tesse una favola azzurra e universale come l'oceano.