Questo libro prova a tracciare, si può dire per la prima volta, la storia dei "quadri che ci guardano", prendendo in esame il problema dello sguardo e cercando di spiegare quando e perché i personaggi dei dipinti, dal Medioevo ad oggi, comincino a guardare l'osservatore, cioè noi. Grazie ad alcuni pittori, da Antonello da Messina a Edouard Manet, prende forma un vero e proprio teatro in cui si richiede la partecipazione diretta dell'osservatore, che viene quindi "guardato" dal quadro a vario titolo e scopo. Una storia avvincente che in molti casi ci guida alla scoperta di aspetti e significati nascosti nei quadri, come in un romanzo giallo. Il volume decodifica e interpreta questo aspetto trascurato della rappresentazione pittorica e permette al lettore di orientarsi nelle trappole iconografiche costruite dagli artisti senza perdersi e godendo anzi, al meglio, delle curiosità storiche e pittoriche. Infine un accenno ai linguaggi moderni e al loro uso degli sguardi: il cinema, la televisione e la fotografia.