Il romanzo racconta la storia di una donna che vive nel I secolo dopo Cristo, una donna come tante altre, ma a cui il destino riserva il più straordinario degli incontri. Sorpresa in flagrante adulterio una mattina d'ottobre a Gerusalemme, viene trascinata al Tempio di Salomone per essere lapidata. Ma al Tempio c'è il Maestro Yoshua ben Yossef, in seguito noto come il Cristo, che se ne sta a scrivere parole misteriose sulla polvere mentre la folla è in tumulto, e la salva dalla lapidazione e la perdona. Chi era questa donna, di cui il Vangelo secondo Giovanni non dice assolutamente nulla? È a lei, all'adultera madre di tutte le adultere, che Giuseppe Conte dà la parola, in una trepidante e commossa prima persona. Il lettore conosce così tutte le sfumature della sua sensibilità e della sua anima di donna e di amante, una donna qualunque del suo tempo con le passioni e le emozioni delle donne di ogni tempo, che vede la sua vita spezzata in due da quell'incontro.