Una banda di ragazzi nati sotto il fascismo, ma diventati quasi tutti antifascisti (di loro undici sono stati partigiani combattenti, con due caduti): questa la storia dei "Ragazzi di piazza Mentana", nel rione Pista di Alessandria. Il loro sodalizio si snoda dagli anni anteguerra attraverso vicende tristi o liete narrate con verve ironica: dalla passione sportiva agli scherzi da scanzonati studenti alle tragedie della guerra (i bombardamenti, la Resistenza, la deportazione). Il tutto narrato con penna lieve da Walter Colli, che si fa cronista e notaio del collettivo e così (dopo l'esemplare Cantón di rus di Carlo Gilardenghi) ci consegna un'altra tessera di storia del Novecento alessandrino. Proprio da questa banda di "ragazzi" (studenti di famiglia piccolo borghese e figli di ferrovieri) si forma, all'indomani dell'8 settembre, il nucleo combattente del Gap che compie le azioni più audaci di guerriglia urbana. Dall'adolescenza alla vecchiaia, il libro narra tante vicende personali, tanti destini diversi, accomunati però dall'attaccamento ad un luogo (la piazza sede dei giochi e degli incontri) e da un sentimento che sfida il tempo: l'amicizia.