La modernità è vista spesso come l'epoca della tecnica e in età contemporanea come l'epoca dei dispositivi. Un dispositivo in particolare sembra oggi emergere ed esercitare la sua egemonia sugli altri: la rete. Dispositivo di dispositivi, spazio senza scarti dell'agire globale collettivo, la rete si propone con sempre maggiore forza come un autentico spazio politico. Resta aperta la questione se questa sfera pubblica renda possibile la formazione di nuove soggettività plurali, di congiunzioni tra dispositivi e soggetti capaci di rendere conto di un orizzonte politico mutato profondamente. L'ipotesi che si vuole perseguire qui è che questi mutamenti vadano rintracciati e indagati a partire dai fenomeni di riestetizzazione tecnica della sensibilità umana e dalle nuove pratiche di manipolazione dell'immagine che la tecnologia ci offre oggi. I numerosi movimenti di protesta che stanno attraversando il mondo contemporaneo (Onda verde, Primavera araba e così via) restano ancora aperti sul piano politicoistituzionale, ma mostrano chiaramente l'affacciarsi di una nuova estetica politica della comunicazione globale.