Queste pagine raccontano la storia della lotta di quella parte del popolo tibetano che, dopo l'invasione cinese del 1949-1950 e la successiva fuga in India del XIV Dalai Lama seguita alla rivolta di Lhasa del '59, optò per la resistenza armata contro l'occupazione. Nonostante i numerosi appelli al mondo intero, pochissimi si mostrarono interessati alla tragiche vicende tibetane. Solo l'India e gli Stati Uniti, per il tramite della CIA, accettarono di supportare la causa tibetana, forse più per calcolo politico che per vera solidarietà. Ne derivò un ventennio di lotta senza esclusione di colpi, misconosciuto ai più e ben poco coperto dai media, che terminò nei primi anni 70, quando la presidenza Nixon decise di abbandonare i resistenti come pegno di amicizia verso una Cina in fase di Ravvicinamento. Oggi molti dei vecchi combattenti tibetani vivono come profughi in esilio, ma la loro battaglia e quella del Dalai Lama continua sotto altre forme.