Il volume si propone di affrontare la tematica del tradurre medievale – dal latino al volgare e viceversa, ma anche da un volgare a un altro – secondo un approccio interdisciplinare, accompagnando allo scavo filologico un’analisi sociale e culturale del fenomeno. Accomuna i diversi saggi l’intenzione di indagare la pratica del tradurre nella sua complessità culturale (in quanto attività di (re)interpretazione dei testi di partenza), e di analizzarne i risvolti sociali all’interno di un più ampio quadro di circolazione e di distribuzione dei saperi. In questo senso, assume un ruolo centrale lo studio dei volgarizzamenti delle opere cosiddette "moderne", che pongono dei problemi diversi rispetto ai volgarizzamenti dei classici, e permettono di tracciare un quadro più esaustivo in termini di rappresentatività, affiancando alla letteratura laica quella religiosa. Apre il volume una ampia introduzione sulla pratica del tradurre in Toscana, seguita da cinque sezioni, incentrate rispettivamente sulla tradizione provenzale e francese, sul rapporto tra canone e volgarizzamenti, sulla storia sociale del volgarizzare, sulla distribuzione dei saperi e delle lingue, e, infine, sul periodo umanistico e la lingua del potere, tra Roma e Firenze.