In questo libro sono raccontati gli anni più turbolenti della nostra storia dopo la metà del secolo scorso. Quelli delle contestazioni studentesche, delle lotte operaie, del terrorismo e delle prime droghe pesanti. Gli anni sessanta e settanta furono caratterizzati da grandi tensioni ma anche da innovazioni, come quella di Franco Basaglia, lo psichiatra che volle negare l'istituzione con l'abolizione dei manicomi. La battaglia che condusse assieme ai suoi collaboratori, prima nell'Ospedale psichiatrico di Gorizia poi in quello di Trieste, riuscì alla fine a mutare i comportamenti sociali e delle strutture dello Stato verso quei malati ai quali voleva restituire la dignità umana. Questo libro è raccontato da chi ha vissuto quegli anni intensi e turbolenti che hanno fatto la storia della psichiatria e vuole ricordare un uomo che aveva deciso di stare dalla parte dei deboli, ricevendo in cambio il silenzioso grazie di chi con lui aveva riavuto un nome e una dignità. Questa è anche la storia degli artisti, infermieri, di Marco Cavallo, del teatro vagante, della polizia, degli autonomi con i loro casini, di Angelina, Silvana, Anna, Sergio, Giovanni con la sua Carla, Nadia, Boris, Rossana, Aldo e tanti altri "matti".