Il 28 giugno 1914 a Sarajevo, capitale della Bosnia-Erzegovina, alcuni colpi di pistola sparati dallo studente nazionalista serbo Gavrilo Princip uccisero l'arciduca d'Austria Francesco Ferdinando e sua moglie, innescando una serie di decisioni politiche e avvenimenti che condussero allo scoppio di una guerra su scala mondiale. Lo spaventoso bilancio di questo conflitto è tristemente noto: milioni di morti, un disastro economico e culturale e l'avvento dei regimi totalitari che hanno insanguinato il '900. Come è potuto accadere? Quali erano gli obiettivi e i pensieri dei protagonisti della scena politica di quel periodo? E quali furono le reazioni dei popoli all'annuncio di un conflitto imminente? Jean-Jacques Becker, analizzando gli avvenimenti del 1914, smentisce la teoria secondo la quale la prima guerra mondiale sarebbe stato un evento in qualche misura "inevitabile". Attraverso l'analisi puntuale di un ricco materiale storiografico (che comprende memorie e diari, scambi epistolari - per esempio quelli tra Guglielmo IL e Nicola Il -, periodici e pamphlet), l'autore offre una nuova chiave di lettura della vicenda.