Per troppo tempo istituire un'area protetta ha significato sigillare e consegnare ai posteri alcune porzioni di territorio, mentre tutto intorno il paesaggio veniva sfruttato e deturpato in modo spesso irreversibile. L'umanità del terzo millennio non la pensa più così. Conservare significa gestire, godere, ripristinare: non mettere in soffitta il pallido ricordo di com'era il mondo, ma vivere pienamente e costruttivamente l'incredibile capacità tipica della nostra specie di agire sull'ambiente. C'è ancora natura, in giro per il mondo. È ancora possibile perdersi in una foresta pluviale, vagare in un deserto, scalare cime altissime tuttora inviolate, nuotare sopra una barriera corallina intatta. Non perché l'uomo non sia ancora riuscito a colonizzare tutti gli angoli del pianeta, ma proprio perché si è reso conto della necessità di preservare l'irripetibile, e ha destinato alcune aree del mondo a questa precisa funzione: parchi nazionali, riserve naturali, zone protette di vario tipo e di diversa importanza. All'origine della loro istituzione ci sono di volta in volta motivi differenti, aventi come punto d'incontro il fatto che tutti viviamo in un mondo complesso.