Coniugando la dimensione storica con quella storiografica, Bernard Bailyn ci offre un'introduzione agile, sintetica ma esaustiva alla storia atlantica, una disciplina ancora giovane ma in rapida evoluzione, il cui sviluppo è stato determinato sia da un impulso interno agli stessi studi storici sia dalle pressioni politiche del secondo dopoguerra, e il cui terreno di indagine è assai vasto e complesso. Essa include infatti elementi molteplici della storia moderna di tre continenti (Africa, Europa, Americhe), operando confronti e identificando denominatori comuni, e spazia dai primi contatti tra le due sponde dell'oceano Atlantico, ai moti rivoluzionari coloniali per la conquista dell'indipendenza, fino alla rivoluzione industriale con le sue istanze di globalizzazione. La percezione dell'alterità e l'incontro - spesso tragicamente cruento - con i nativi americani, il ruolo svolto dalla popolazione africana nell'economia schiavistica, i movimenti migratori degli abitanti dei paesi europei, le identità religiose nelle comunità di coloni, il commercio panatlantico, la diffusione delle idee espresse dall'Illuminismo sono soltanto alcuni dei temi che rientrano in questo orizzonte estremamente variegato: l'intento è quello di comporre un nuovo e più articolato profilo della civiltà occidentale illuminandone le dinamiche, i legami, i conflitti e le interazioni tra le sue diverse componenti.