A differenza di altri concetti su cui il ruolo svolto dall'Illuminismo e universalmente noto, beneficenza e un termine che appare indissolubilmente legato all'Ottocento, ed a una visione paternalista ed ipocrita dei rapporti sociali. Pochi conoscono le avventure settecentesche dell'idea di " bienfaisance " che, al pari di termini quali tolleranza ed " egalite ", e un frutto maturo dell'Illuminismo, ed una delle parole-chiave dei philosophes. Di questo concetto, essenziale nel dibattito morale settecentesco, il libro esplora le potenzialita concentrandosi sul decennio cruciale della Rivoluzione, da cui la beneficenza uscira profondamente trasformata. Dallo studio delle piu diverse fonti letterarie, tra cui saggistica politico-morale, romanzi ed opere teatrali, emergono le contraddizioni di un pensiero filantropico che la Rivoluzione fece proprio fin dall'inizio, e che dovette percio subire i contraccolpi dell'azione politica, anche violenta, dispiegata in quegli anni. Facendo interagire l'asse diacronico degli eventi storici con una esemplificazione sincronica dei vari aspetti del pensiero del dono, il libro mostra il trapasso dall'immaginario felice della " bienfaisance " illuminista a quello malinconico o dolente della consolazione del malessere esistenziale; mentre sul piano politico l'ideale riformatore degli illuministi si trasforma progressivamente in un piano ragionato di conservazione sociale.