Ha scritto Rudolf Arnheim: "Soltanto in uno schema educativo dedito, nel suo complesso, e in tutte le sue attività, all'intento di rendere visibile il mondo, può avere senso in teoria e in pratica l'educazione artistica. L'arte non è mai veramente se stessa quando vagola, come in una mera isola di visibilità, in un oceano di cecità. Essa comincia ad avere senso quando viene concepita come il tentativo più radicale di comprendere il significato della nostra esistenza mediante le forme, e i colori, e i movimenti che il senso della vista coglie e interpreta". Questi suoi pensieri, cristallini nella loro incisiva chiarezza, denunciando il limite e l'artificiosità della scuola fondata sulle parole e sui numeri, rendono chiare le ragioni del fallimento dell'educazione artistica fino a oggi praticata, e indicano un nuovo modo di fare scuola: una riformulazione del progetto educativo nella sua globalità, all'interno del quale contestualizzare e risolvere l'annoso problema dell'educazione intitolata alle arti. Il volume è corredato da un ampio saggio introduttivo della curatrice Lucia Pizzo Russo, la maggiore studiosa italiana di Arnheim.