È senza dubbio il personaggio più conosciuto e amato del mondo del fumetto, e bastano pochi tratti per riconoscere la sua inconfondibile sagoma; suoi sono gli occhi del festone di frutta e verdure che costituisce la mascotte dell'Expo 2015. Stiamo parlando dell'"Omino Bufo", il quale, in una serie di strisce realizzate da un sedicente "Pitore di Santini", si produce fin dal 1972 in demenziali giochi di parole anticipandoli con l'affermazione "Adeso si ride" e commentandoli con l'ormai iconica frase "Che bufo!". Malgrado i lunghi periodi d'assenza, la sua fama è sempre solida, rinverdita da comparsate, da ristampe, da una sterminata "Fan Fiction", da pagine Internet e soprattutto dalla memoria collettiva. Come ha scritto Francesco Artibani, per lungo tempo Vice Pitore di Santini, forse la sua fortuna si deve a "un grande merito che nessun altro fumetto al mondo può vantare: è l'unica opera che fa sentire il lettore molto intelligente. "Promuovete le eccellenze italiane e cogliete nuovamente l'occasione di sentirvi i più brillanti del condominio grazie al secondo volume della serie "L'Omino Bufo l'integrale che raccoglie 275 strisce pubblicate in Cattivik.