Con l'Impero romano appena uscito dalla sanguinosa guerra civile che oppose la fazione di Mario a quella di Silla, la distante provincia ispanica alzava nuovamente le armi contro il potere imperiale. Dall' 80 al 72 a.C., a capo di una confederazione di popoli iberici, Quinto Sertorio, generale romano ed ex-proconsole della Hispania Citerior, affronta con successo i numerosi eserciti che la sua Roma invia per annientare la sua rivolta. Sebbene Sertorio alla fine abbia fallito, la sua controversa e mitica figura resterà impressa nella storia non come nemico di Roma, o promotore dell'indipendenza dell'Iberia, ma come un patriota che voleva usare le sue vittorie nell'Hispania come base per instaurare nuovamente un regime repubblicano a Roma. Poche sono le figure, dall'antichità ad oggi, che hanno diviso gli storici e la gente comune quanto il generale romano Quinto Sertorio (Plutarco, gli dedica una delle sue celeberrime "Vite parallele" ed è da annoverare tra i suoi ammiratori). Col passare dei secoli, Sertorio è diventato simbolo di riscatto e di oppressione, di fedeltà e di tradimento, di coraggio e di opportunismo. Le sue azioni hanno diviso non solo i suoi contemporanei, ma tutti gli storici e gli studiosi di ogni tempo che si sono avvicinati alla sua figura.