"Guardati dalle cattive compagnie e dall'invidia, tieniti fuori dai brutti giri, voltati e vattene se senti che tira aria di guai, nessuno dà niente per niente, tu non sai nulla, non fidarti mai". Suonano moniti sterili, perché non esistono indicazioni efficaci e utili a scansare il rischio di una condanna ingiusta. E poi chi ci crede che davvero sei innocente come dici? Lo Stato ti ha assolto, oggi risulta lampante e certo che tu, con quel furto, quella rapina, quell'omicidio, proprio non c'entravi nulla, e che il guaio non te lo sei procurato, ma sei una delle tante vittime di un errore giudiziario. Di fatto la gente dà più credito a un'immagine che alla verità, ti ha già marchiato quando sul giornale si è letto che hai avuto problemi con la giustizia, ti ha sigillato in un attimo con un nuovo titolo. Non sei più quel padre, o quella moglie, quel lavoratore onesto, solerte e fidato, che sembrava che fossi, ma qualcuno da cui è bene tenersi alla larga per strada. Hai solo l'antidoto degli affetti più cari, ma quell'abito nuovo che non ti sei scelto ti ha già piombato a vita in un abbraccio gelido che ogni notte ti toglie il sonno dagli occhi. Da tempo l'avvocato Gabriele Magno, come presidente di Articolo 643, sostiene le vittime di errori giudiziari nel difficile percorso di riabilitazione della propria immagine pubblica, una vicenda spesso a lieto fine anche se mai esente dai tumulti emotivi che la realtà impone. Come la fiction, quando si incarica di non tradire il verosimile...
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