Paolo Massimo Buscema; Giulia Massini; Marco Breda; Weldon A. Lodwick; Francis Newman; Masoud Asadi-Zeydabadi Springer International Publishing AG (2018) Kovakantinen kirja
Paolo Massimo Buscema; Giulia Massini; Marco Breda; Weldon A. Lodwick; Francis Newman; Masoud Asadi-Zeydabadi Springer Nature Switzerland AG (2018) Pehmeäkantinen kirja
Paolo Massimo Buscema; Weldon A. Lodwick; Giulia Massini; Pier Luigi Sacco; Masoud Asadi-Zeydabadi; Francis Newman; Petrit Springer (2025) Pehmeäkantinen kirja
Springer Verlag Sivumäärä: 237 sivua Asu: Kovakantinen kirja Painos: 2006 Julkaisuvuosi: 2005, 26.10.2005 (lisätietoa) Kieli: Italia
La prima ipotesi sulla quale si fondano i sistemi ACM (Active Connections Matrix) è che ogni immagine a N dimensioni puo' essere trasformata in una rete di pixel tra loro connessi che si sviluppa nel tempo, tramite operazioni locali, deterministiche e iterative. L'immagine cosi' trasformata puo' mostrare, in uno spazio dimensionale più ampio, delle regolarità morfologiche e dinamiche che, nelle dimensioni originarie, sarebbero non visibili oppure qualificabili come rumore.Questa ipotesi permette di esplicitare la seconda ipotesi alla base dei sistemi ACM: ogni immagine contiene al suo interno le matematiche inerenti che l'hanno prodotta. In pratica, è come se ogni immagine nascondesse al suo interno altre due immagini non visibili. I sistemi ACM le estraggono e le rendeno visibili. L'opera descrive inoltre le applicazioni possibili in ambito di diagnostica per immagini ed è pertanto rivolta a fisici, informatici, radiologi e tecnici di laboratorio che si occupano di "image processing".
Dalla Presentazione di Enzo Grossi
"... Alcuni dettagli possono sfuggire, altri aspetti notevoli, come un piccolo nodulo di 1 mm, possono essere non visti: sono i limiti dell'occhio umano. E' in questo scenario che dobbiamo immaginare l'avvento dei sistemi ACM.Essi funzionano come un terzo occhio, non più legato alla esperienza, alla interpretazione e alla sensibilità soggettiva dell'operatore,ma direttamente riferiti alla struttura matematica e quindi anatomica dell'immagine stessa. Si', il terzo occhio di cui parliamo è proprio quello dell'immagine, che, come per magia, interroga se stessa e si mostra al radiologo sotto una veste diversa, spesso molto più informativa."
Foreword by: E. Grossi Contributions by: U. Bottigli, M. Breda, L. Catzola, M. Intraligi, G. Massini, F. Perona, G. Pieri, P.L. Sacco, G. Salina, S. Terzi