Un regalo di Natale, un dono speciale. Marco, l'ex-paziente, schizofrenico, regala ad Agnese Pianarosa, la sua ex-analista, il proprio diario. "Scrivo per non scomparire", afferma l'autore, che fin dalle prime righe si rivelerà un filosofo, un letterato, un umanista finissimo, "e la scrittura si dipana attraverso il porre questioni sulla natura del bisogno e sulla difficoltà dello scambio affettivo, in un tentativo continuo di arrivare al centro del problema attraverso le onde delle definizioni, delle classificazioni, degli elenchi. E l'autore non scompare... riuscendo a oltrepassare il blocco espressivo e a rendere comunicativo il disagio psichico", commenta Pianarosa. Una scrittura limpida e autentica, concisa e ordinata. Un'autoanalisi per fare e raccontare l'ordine interiore; un tentativo, eccezionale, di dare forma al contenuto profondo per comunicare vissuti ed emozioni. Al diario si aggiungono i sogni fatti nello stesso periodo di tempo, commentati da Daniele Ribola. Un altro dono raro: assieme alla scrittura, i sogni ritraggono i vissuti a tutto tondo, correlando le loro manifestazioni consce e inconsce. "Dietro queste immagini e queste parole ci sono anni di sofferenze, di problemi, di speranze, di delusioni, di evoluzioni e ricadute", compendia Ribola. "Ma alla fine c'è un'anima che ha vissuto, che sta attraversando con tutta la propria vitale individualità il grande enigma dell'esistenza".