Questo è un libro crudele, denso di rimpianti per una città che gli Arabi, i Normanni, Federico resero grande e magnifica. Una città che i viaggiatori attraversarono con occhi incantati, assorti in atmosfere di sogno, storditi dai colori e dai profumi. Una città che, nonostante tutto, le dominazioni successive non sono riuscite a mettere in ginocchio ma che - derubata, violentata, straziata, venduta - dovrebbe eleggere a sua referente nei cieli Nostra Signora dello Spasimo, della sofferenza, del dolore. Una città raccontata attraverso i luoghi che hanno assistito allo svolgersi di fatti di sangue, amori estremi, processi dei veleni, supplizi infamanti, eventi misteriosi e della quale, per una volta, non si descrivono gli splendidi monumenti, ma la cultura multietnica e raffinata, il canto disteso delle voci che risuonano nei mercati, la festa violenta dei colori che esplodono nei vicoli e nei cortili, la sensualità dei profumi di zagara e gelsomino, il gusto pieno delle arance, delle mandorle, dei pistacchi, il sapore dei cibi di strada, delle bevande, dei gelati. Una città da salvare dalle ingiurie del tempo e dell'oblio, da ammirare nella sua sofferente bellezza, da amare senza la speranza di poterla veramente comprendere.